Sciopero fiscale, Confcommercio replica alla Cgil: "Stipendi dei lavoratori prioritari, ecco perchè le aziende smettono di pagare le tasse"Pronta replica di Confcommercio Imprese per l’Italia – Province di Lucca e Massa Carrara alle parole del segretario generale di Filcams Cgil Firenze Massimiliano Bianchi che ha attaccato lo sciopero fiscale lanciato pochi giorni fa da Confcommercio Toscana e al quale hanno aderito tutte le associazioni provinciali che fanno parte della confederazione. “Il sindacato – si legge in una nota – parla di iniziativa che a suo modo di vedere andrebbe a rompere il patto costitutivo della convivenza civile. Parole, queste, che sorprendono e amareggiano molto perché provenienti dai rappresentanti di un mondo, quello dei lavoratori, che mai come oggi è in testa alle priorità e alle preoccupazioni dei nostri imprenditori. Se Bianchi avesse letto con maggiore attenzione il comunicato del Sistema Confcommercio che venerdì scorso ha annunciato lo sciopero fiscale, infatti, avrebbe notato che una delle ragioni per le quali le aziende hanno deciso di sospendere il pagamento di tasse e tributi è proprio quello di voler salvaguardare la poca liquidità rimasta per garantire lo stipendio ai propri dipendenti. I sindacati preferirebbero forse avere aziende che si svenano per tener fede ai balzelli imposti dal Governo, sino ad oggi del tutto assente nei confronti delle imprese devastate dall’emergenza covid, salvo poi vedersi costrette a mettere i propri lavoratori in cassaintegrazione a zero ore?”. “Già durante il lockdown di primavera – prosegue Confcommercio Lucca e Massa Carrara – tantissimi imprenditori si sono messi in luce per la loro attenzione nei confronti dei dipendenti, anticipando di tasca propria quella cassaintegrazione che è stata poi erogata dal Governo con mesi e mesi di colpevole ritardo. Nonostante, lo rimarchiamo, fosse un passaggio del tutto volontario. Senza la lungimiranza e l’attenzione di questi imprenditori, i loro dipendenti sarebbero rimasti senza stipendio per mesi. Questo i sindacati non se lo ricordano?”. “In ogni caso - conclude la nota – l’atto costitutivo della convivenza civile in Italia è la Costituzione della Repubblica, che agli articoli 39 e 40 sancisce la libertà sindacale e di sciopero, come ben sa anche la Filcams Cgil Firenze, quindi l’esercizio di questo diritto rientra nel patto di convivenza civile come diritto di libertà”.