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Qualche considerazione sul comitato vivere il centro storico

Dopo l’ultimo intervento del comitato vivere il centro storico sulle nuove regole per l’esposizione delle merci, Confcommercio prende la parola con alcune considerazioni di carattere più generale sull’attività del comitato stesso:

“Molto spesso – si legge in una nota dell’associazione – leggiamo interventi su alcuni organi di informazione a firma di questo comitato. Premesso che i residenti hanno giustamente tutto il diritto di convergere in una struttura che ne raccolga le istanze e se ne faccia interprete con l’amministrazione comunale, crediamo che sia arrivato il momento di analizzare un po’ i numeri di questo comitato che sembra porsi come referente se non unico, quantomeno principale delle ragioni di chi abita in centro storico”.

“In un’intervista apparsa qualche mese fa su un giornale locale – prosegue la nota – pareva emergere il fatto che i suoi componenti fossero in quel momento circa 150: se questo dato fosse confermato, rapportati agli 8 mila residenti certificati dall’ufficio anagrafe del Comune nel dicembre 2018, gli iscritti a questo comitato sarebbero dunque meno del 2 per cento dei residenti effettivi. Confcommercio, per fare un paragone, annovera fra i propri iscritti – dati camerali alla mano, facilmente consultabili da chiunque – circa 500 delle 800 attività imprenditoriali del centro storico, oltre il 60 per cento del totale, senza contare tutte le aziende dell’indotto che con il centro storico e in centro storico lavorano generando in totale migliaia di posti di lavor. Ma non solo”.

“I comunicati di questo comitato – insiste la nota – sono sempre in forma anonima: mai un nome, mai un volto. Solo di recente sono apparse un paio di foto a corredo di iniziative di protesta davanti al Comune e al duomo di San Martino con 7-8 persone immortalate nelle immagini, ma anche qua senza nomi e cognomi. Ogni organismo che si rispetti ha un proprio direttivo con nomi e cariche ben riconoscibili, in questo caso invece regna un fitto mistero. Anche consultando il blog che raccoglie i comunicati del comitato, non c’è traccia di nomi e cognomi, che rendono di fatto astratta la sua composizione”.

“Non ultima – afferma Confcommercio – c’è la questione dei toni: durante un recente comunicato il comitato è arrivato a contestare addirittura la festa dei tifosi di sabato scorso dei tifosi della Lucchese, per un’impresa calcistica e una salvezza sul campo di cui ha parlato tutta Italia e cha ha coinvolto a livello emotivo l’intera città. Per non parlare dei toni dispregiativi usati in molti comunicati riguardanti eventi di grande interesse popolare come ad esempio la Notte Bianca, definita “sagra dell’alcol” quando in realtà è l’unico momento dell’anno che offre in contemporanea l’apertura notturna di chiese, musei, torri, giardini, baluardi e palazzi della città, offrendo ai visitatori – in quasi tutti i casi gratuitamente – spunti di enorme valore artistico e culturale”.

“A nostro avviso – termina la nota -, sia l’amministrazione comunale che gli stessi organi di informazione dovrebbero chiedere maggiore trasparenza e dati certi a questo comitato, in assenza dei quali forse dovrebbero iniziare a considerarlo per quello che appare oggi dall’esterno: un gruppetto di persone autoreferenziali, che non rappresentano nessun altro se non loro stesse”.