Obbligo di trasmissione telemarica dei corrispettivi, le considerazioni di ConfcommercioLa recente entrata in vigore a livello nazionale dell’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi per i volumi oltre i 400 mila euro, scattato l’1 luglio, induce Confcommercio ad alcune riflessioni sul sistema burocratico e fiscale del nostro Paese: “Ancora una volta – si legge in una nota dell’associazione – i nostri imprenditori si trovano costretti a fare i conti con una normativa che definire complicata è un eufemismo. L’obbligo di trasmissione telematica impone infatti agli imprenditori di comunicare all’Agenzia delle Entrate ogni scontrino battuto. Questo comporta e comporterà una serie di problematiche: in primo luogo i tempi ristretti che hanno portato all’approvazione del decreto non hanno permesso ai produttori dei nuovi registratori di cassa di rifornire in tempo tutte le attività coinvolte. Ciò impone ai commercianti ancora sprovvisti dei nuovi registratori di cassa l’obbligo di registrazione manuale sul portale dell’Agenzia delle Entrate, entro il mese successivo, di tutti gli scontrini emessi dall’1 luglio in poi. Poi c’è un problema di costi, visto che i nuovi registratori di cassa hanno un prezzo elevato e per chi ha più punti vendita si tratta di un investimento molto oneroso. Infine, c’è l’obbligo per tutti i negozi di dotarsi di connessione internet, visto che la nuova procedura avviene appunto per via telematica. Ma più in generale, questo decreto è stato accompagnato da una campagna informativa poco chiara, che ha creato e crea tuttora molti dubbi fra i commercianti, destinatari di queste legge”. “Grazie all’interessamento a livello nazionale di Confcommercio – prosegue la nota – l’Agenzia delle Entrate ha concesso una sorta di deroga che per 6 mesi non vedrà elevare sanzioni ai commercianti ancora non in regola con la nuova normativa. Ma da gennaio in poi essa sarà in vigore a tutti gli effetti, anche per gli imprenditori che abbiano volumi di affari inferiori ai 400 mila euro (la cui deroga sarà poi in vigore a sua volta per 6 mesi, fino al 30 giugno 2020)”. “L’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi – insiste la nota – va ad aggiungersi all’obbligo di fatturazione elettronica entrato in vigore a inizio anno, che già da sé aveva complicato notevolmente l’attività degli imprenditori. Si parla tanto di snellire la burocrazia e poi vengono varate leggi che mettono in difficoltà enormi un settore, quello del commercio tradizionale, già costretto a fare i conti con molteplici forme di concorrenza sleale – si pensi ad esempio alla diversa tassazione per il commercio on line -, affitti alle stelle e una pressione fiscale oltre ogni limite. La nostra associazione è naturalmente per il pieno rispetto delle regole, purché gli imprenditori siano messi nelle condizioni di farlo. Non si può andare avanti così”.