Impianti di carburante, "sciopero bianco" indetto da Figisc per il prossimo 1 maggioSciopero "bianco" il prossimo 1 maggio da parte dei gestori degli impianti di carburante, con sospensione temporanea delle vendite in servito pur continuando a garantire ai consumatori la consueta presenza e professionalità."Tale azione - si legge in una nota di Figisc Confcommercio - è promossa da Faib, Fegica e Figisc/ Anisa per protestare contro i titolari degli impianti che, mentre la categoria muore di fame dibattendosi tra margini insufficienti, precariato contrattuale (sul quale c'è un silenzio complice della pubblica amministrazione) e abuso di dipendenza economica, gli stessi si arricchiscono aumentando a dismisura i prezzi del servito (che non vanno ai gestori) che penalizzano duramente un inconsapevole consumatore. tale situazione mette in discussione non solo i diritti dei gestori e dei cittadini ma anche la credibilità dell'intero settore. questo, nel silenzio imbarazzante del ministero e di tutti i soggetti istituzionali preposti al controllo dei prezzi e della "legittima" concorrenza". "Tale differenziale - prosegue la nota -, tradotto in aride cifre, ha consentito alle Aziende di mettersi in tasca a scapito dei Gestori e dei consumatori - secondo una prudente stima - oltre 2 miliardi/anno. Negli ultimi venti anni, infatti, il Ricavo Industriale Lordo (differenza fra prezzo medio Italia e Platt's cif med) è rimasto pressoché invariato nonostante nella prima fase il riferimento al prezzo medio Italia avvenisse sulle vendite effettuate - sostanzialmente - in servito e, dal 2012 (cfr. Decreto MISE del 23.11.2012) il riferimento è al prezzo medio al pubblico per vendite effettuate in self-service: nel primo caso i Gestori avevano un margine unitario di oltre 40 €uro/Klt (4 centesimi al litro) mentre oggi fanno difficoltà a raggiungere i 30 €/Klt. Gestori e consumatori, in estrema sintesi, hanno sopportato, per intero, il costo della ristrutturazione del mercato (dov'era l'AGCM?) e per avere il medesimo prezzo che prima corrispondevano a fronte di un servizio, oggi devono rifornirsi da sé o pagare una maggiorazione di 30 €cent/lt. in più. Una "truffa" consentita in nome del "rifornimento self è bello e moderno" senza aggiungere che il consumatore non ha ottenuto alcun risparmio. Anzi! In questa ottica anche il ragionamento: "tengo alti i prezzi del servito per 'finanziare' lo sconto self" (?) è l'ennesima falsità raccontata per gabbare Gestori, Consumatori, Antitrust, Governi e Parlamento".