Il Governo cambia il regime fiscale per le locazioni brevi, l'analisi di Bonino Prende la parola Pietro Bonino, presidente del sindacato albergatori Confcommercio Lucca, in merito alle novità in materia di regime fiscale delle locazioni brevi contenute nell’articolo 4 del decreto legge 50 dello scorso 24 aprile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.“Un documento – commenta Bonino -, questo, che entrerà in vigore il prossimo 1 giugno e che va ad introdurre l’applicazione della cedolare secca e la ritenuta a titolo di acconto o di imposta da parte degli intermediari, che diventano sostituti di imposta. Al di là dei dettagli tecnici specifici, preme rimarcare come il decreto legge in questione vada finalmente a porre una prima pietra nella direzione da noi auspicata da tanto tempo: quella della parità di regole fra le strutture alberghiere e ricettive per così dire “tradizionali” e quelle invece che spopolano oggi su internet, all’interno di portali specializzati come ad esempio Airbnb”.“Quello fiscale – prosegue Bonino – è senza dubbio un aspetto importante, nell’evidente disparità legislativa che ha sinora contraddistinto il rapporto fra l’attività ricettiva tradizionale e quella che spopola sui portali online: ecco perché il decreto varato dal governo non può che essere accolto in modo positivo”.“Come spesso accade però – insiste il presidente degli albergatori -, quando si chiude una porta si cerca di rientrare dalla finestra: ecco perché auspichiamo che il testo appena varato non subisca poi modifiche che vadano a modificarne il significato. E soprattutto, crediamo che quello fiscale debba essere soltanto il primo di una serie di aspetti che deve coinvolgere anche altri ambiti della ricettività online: ad oggi esistono migliaia di attività che operano senza il minimo rispetto degli adempimenti in materia di igiene e sicurezza, come accade invece agli hotel e agli alberghi tradizionali: quest’ultimi sono sottoposti a una pressione normativa costante, complessa e farraginosa, che implica un notevolissimo dispendio di tempo e risorse. Molte attività online invece, a parità di capienza, riescono addirittura a vivere la ricettività come un secondo lavoro, tale è la libertà normativa che gli viene concessa”.“E questo – termina Bonino – non è evidentemente più accettabile”.